Una vendemmia autentica e autoctona da Paolo Leo
Alla Paololeo la raccolta delle uve è in pieno svolgimento. Questo importante momento non è solo il coronamento di un’annata di lavoro ma anche un’occasione per dare alla comunità locale un motivo in più per credere nel territorio.
Nei vigneti dell’azienda, infatti, non vengono impiegate squadre di vendemmiatori in conto terzi ma sono le persone del posto a prendersi cura dei grappoli raccolti manualmente.
<< San Donaci è un comune agricolo e per noi è importante coinvolgere gli abitanti, un elemento che rafforza l’identità del nostro vino oltre a rappresentare un momento di coesione>>. Afferma l’enologo Nicola Leo. << Vissuta insieme alla nostra comunità, la vendemmia si arricchisce di significato: non solo un momento di festa, ma anche un incentivo a rimanere legati alla propria terra.>>
Dopo Chardonnay, Fiano e Pinot Grigio, vendemmiati di notte per evitare le alte temperature, è ora in svolgimento la raccolta del Primitivo, la cui maturazione è stata rallentata dal grande caldo di luglio, cui seguirà il Negroamaro. Un ritardo positivo, in quanto consentirà alle uve di beneficiare delle temperature settembrine più fresche e delle escursioni termiche tra giorno e notte, che vanno dai 10 gradi a San Donaci ai 16 di Locorotondo. E se a inizio estate la peronospora faceva paura, a posteriori si può dire abbia avuto un effetto in parte benefico, riducendo la quantità di uva per ceppo a favore della concentrazione di aromi e zuccheri. La vendemmia si sta dimostrando buona.
Oltre che nel Salento, la cantina Paololeo sta vendemmiando le uve dei vigneti di Monteparano, nella denominazione Primitivo di Manduria, e la raccolta è iniziata anche in Valle d’Itria con il Minutolo, a Locorotondo. In questo caso le raccolte saranno affidate alle mani esperte dei viticoltori che la Paololeo ha aiutato a risollevarsi, rilevando da una parte la vecchia Cantina di Monteparano e dall’altra finanziando il recupero dei vigneti di Minutolo, Bianco di Alessano, Verdeca e Susumaniello di tre viticoltori che, a seguito del fallimento della Cantina Sociale di Locorotondo, rischiavano di vedere vanificato il lavoro di una vita. Grazie al progetto Alture, invece, la Paololeo ha ricreato interesse per questo importante territorio.
<< Il valore delle persone è per noi centrale. – Afferma Paolo Leo, fondatore delle Cantine Paololeo. – Siamo felici di aver dato a questi viticoltori una nuova motivazione per credere nel territorio e apportare valore con il proprio lavoro. Un lavoro che si tramanda in molti casi di generazione in generazione e che noi riportiamo nei nostri vini. >>